Nel DEF per la prima volta in Europa si inseriscono 4 indicatori del BES

Con il Documento di economia e finanza (DEF) 2017, l’Italia è il primo paese dell’Unione europea e del G7 a includere nella propria programmazione economica – oltre al Prodotto interno lordo (PIL) – indicatori di benessere equo e sostenibile. Infatti nel DEF in via di adozione da parte del Consiglio dei Ministri sarà presentata in via sperimentale l’evoluzione passata e futura di quattro indicatori particolarmente significativi per la qualità della vita dei cittadini e della società nel suo complesso: il reddito medio disponibile, un indice di diseguaglianza, il tasso di mancata partecipazione al lavoro e le emissioni di CO2 e di altri gas clima alteranti.

 

#infografica: Nel DEF 2017 per la prima volta gli indicatori BES (Benessere Equo e Sostenibile) Con il Documento di economia e finanza (DEF) 2017, l’Italia è il primo paese dell’Unione europea e del G7 a includere nella propria programmazione economica – oltre al Prodotto interno lordo (PIL) – indicatori di benessere equo e sostenibile. Infatti nel DEF in via di adozione da parte del Consiglio dei Ministri sarà presentata in via sperimentale l’evoluzione passata e futura di quattro indicatori particolarmente significativi per la qualità della vita dei cittadini e della società nel suo complesso: il reddito medio disponibile, un indice di diseguaglianza, il tasso di mancata partecipazione al lavoro e le emissioni di CO2 e di altri gas clima alteranti. In linea di principio, il benessere trae vantaggio dall’aumento del prodotto interno lordo ma non coincide con esso. La qualità e la sostenibilità dell’ambiente, le diseguaglianze economiche, la qualità del lavoro, la salute ed il livello di istruzione della popolazione sono alcune delle dimensioni che concorrono al benessere di una società. Come auspicato da esperti di varie discipline (particolarmente noto è il lavoro della Commissione Stiglitz-Sen-Fitoussi) e da diverse organizzazioni internazionali (Nazioni Unite, OCSE e Commissione europea), è tempo che la politica economica superi l’approccio alla programmazione basato esclusivamente sul PIL e assuma impegni programmatici per migliorare ambiti più specifici della qualità della vita dei cittadini. Con l’obiettivo di rispondere a tale esigenza, nel 2016 il Parlamento ha approvato a larga maggioranza l’inserimento degli indicatori di benessere equo e sostenibile nella programmazione economica. La legge 163 del 2016 impegna il Governo a monitorare l’evoluzione di diverse dimensioni del benessere equo e sostenibile (BES) nell’ultimo triennio e a prevederne la dinamica per il triennio futuro a politiche invariate nonché alla luce delle scelte programmatiche. Prevede quindi l’inserimento degli indicatori del BES nel ciclo di bilancio, una volta che questi siano stati selezionati dal Comitato per gli indicatori del benessere equo e sostenibile

Un post condiviso da Ministero dell’Economia (@mef_gov) in data:

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.