Da Nord a Sud del Paese è praticamente azzerata quest’anno la produzione di miele a causa dell’andamento climatico siccitoso del mese di marzo seguito da un mese di aprile e maggio dal meteo particolarmente capriccioso caratterizzato da vento, pioggia e sbalzi termici. Condizioni climatiche particolari che non hanno consentito alle api neanche di trovare nettare sufficiente da portare nell’alveare.
E’ questo l’allarme lanciato dalla Coldiretti sugli effetti del maltempo che rovina in Italia la giornata mondiale delle api che si festeggia il 20 maggio a livello planetario, dopo essere stata istituita dall’Onu nel 2018, per riconoscere il ruolo insostituibile svolto da questo insetto. Un ruolo così importante che Albert Einstein sosteneva: “Se l’ape scomparisse dalla faccia della Terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita“. La pazza primavera – sottolinea la Coldiretti – ha creato gravi problemi agli alveari con il maltempo che ha compromesso molte fioriture e le api che non hanno la possibilità di raccogliere il nettare. Il poco miele che sono riuscite a produrre – spiega la Coldiretti – se lo mangiano per sopravvivere.
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Diecimila api morte sono state ritrovate dagli apicoltori di Musile,
comune veneto compreso tra i fiumi Piave e Sile. Lo scorso aprile
apicoltori dell’Alessandrino hanno denunciato nuovi eventi di morie di
api, a Castelletto d’Orba poi ad Acqui Terme. I sintomi riscontrati
dagli apicoltori sono riconducibili all’avvelenamento: api tremolanti
con le convulsioni, incapaci di volare e di orientarsi. Molte le bottinatrici ritrovate moribonde con polline sulle zampe.